Salonicco Grecia: Rivendicazione dell’incendio di un’automobile diplomatica

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Ricevuto 14/11/2019

Salonicco, Grecia: Rivendicazione dell’incendio di un’automobile diplomatica (31/10/2019)

La pace sociale in Cile è ormai una cosa del passato. Come pure la tolleranza e il consenso verso la barbarie statale e capitalista appartengono al passato. Sottomissione alla versione moderna della dittatura di Pinochet, rappresentata dal governo Pinera. Il Cile sta bruciando con la fiamma insurrezionale proletaria degli oppressi.

Tutto è iniziato il 19 ottobre, quando una protesta studentesca contro un aumento nei prezzi dei biglietti per i trasporti pubblici è stata accolta con una repressione violenta da parte delle forze di polizia. Da allora in poi, tutto ha preso il proprio corso. Ogni giorno milioni di ribelli inondano le strade, attaccano le forze di polizia, bruciano e saccheggiano i simboli della ricchezza e del potere. Stanno bruciando il loro passato, indirizzandosi verso gli insorgenti orizzonti di domani. Undici anni dopo la rivolta nei territori greci, questi ribelli ci ricordano ciò che abbiamo amato di più: il rifiuto di tornare alla normalità.

Insurrezione non è più una parola morta. È il respiro morente dell’ordine e della sicurezza all’interno di una società che è stata soffocata dalla miseria e dalla barbarie del capitalismo. Ed è il risultato del persistente lavoro di tutti coloro che lavorano così costantemente e con ostinazione per mettere in discussione e poter destabilizzare il consenso sociale del regime. Contro la prima ritirata del regime che si è affrettato a negoziare, proponendo nuove misure più favorevoli, i ribelli rispondono senza pentimento: domani inizia un nuovo giorno di guerra di classe. Prendiamo tutto!

La rivolta cilena, anni dopo la dittatura di Pinochet, conosce un’ondata di repressione senza precedenti. Uno stato di emergenza è stato dichiarato in tutto il paese, con l’esercito che coordina l’esecuzione dell’ordine nello stesso momento in cui gli insorti denunciano dozzine di omicidi da parte dello Stato e delle sue forze repressive, e mentre contiamo già oltre 7.000 arresti. Ci sono innumerevoli accuse di tortura da parte delle persone che sono state arrestate, per lo più stupri ed aggressioni sessuali. Contemporaneamente, ci sono centinaia di feriti durante le rivolte e gli scontri che aumentano di giorno in giorno. Ma ostinatamente, giorno dopo giorno, i ribelli stanno riprendendo lo spazio loro rubato e il tempo che quotidianamente è stato loro sottratto fino ad oggi.

Il Cile ora è un’altra fiamma nel mosaico internazionale degli avvenimenti insurrezionali in corso in diverse parti del globo. Questi non sono singoli eventi. Il mondo è incendiato dalle nostre scintille. In Cile, in Ecuador contro le misure di austerità del FMI [“Fondo Monetario Internazionale”], in Iraq, Libano, Hong Kong, fino alla resistenza curda e all’esperimento rivoluzionario della confederazione democratica, gli oppressi stanno cercando la goccia che farà traboccare il vaso. Facciamo il passo successivo, poi collettivamente, passando dalle rivolte regionali alla rivoluzione sociale e di classe globale. Ci assumiamo la responsabilità dell’incendio di un veicolo diplomatico in via Makrigianni a Salonicco, la mattina di giovedì 31 ottobre, durante l’appello per i tre giorni in solidarietà con i ribelli cileni in Grecia.

Inviamo la nostra ardente solidarietà alle coscienze ribelli del Cile e di tutto il mondo.

I nostri giorni sono già arrivati…

Incendiari dell’era cilena

[Tratto e tradotto a partire da actforfree.nostate.net, originariamente pubblicato in athens.indymedia.org].

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