Tebe, Grecia: Rivolta nel carcere femminile di Eleonas

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Ricevuto 11/04/2020

Tebe, Grecia: Rivolta nel carcere femminile di Eleonas in seguito alla morte di una detenuta – Dichiarazione delle recluse

Continua la rivolta nelle sezioni femminili del carcere di Eleonas, a Tebe. È scoppiata la mattina del 9 aprile 2020, a seguito della morte di una detenuta di 38 anni, che manifestava febbre e fiato corto e che è morta nel reparto dell’ala E, davanti a venti detenute. E’ morta di coronavirus. Le altre prigioniere hanno dato fuoco a materassi e vestiti e nel frattempo venivano danneggiati anche i frigoriferi del carcere. Un procuratore è arrivato presso la struttura e un medico legale è andato a condurre l’autopsia. Ingenti forze di polizia (della MAT, “Unità per il ripristino dell’ordine”, un corpo della polizia greca) si sono precipitate al carcere per impedire il diffondersi della rivolta in tutte le ali della struttura, compiendo estesi pestaggi. Nonostante la repressione verificatasi, la rivolta si è diffusa in tutto il carcere.

Dichiarazione delle recluse:

“Oggi, 9 aprile, la detenuta Azizel Deniroglou è morta nel suo reparto, inerme, perché aveva anche problemi di cuore e febbre alta. Aveva implorato aiuto per tutta la notte perché provava dolori al petto e non riusciva a respirare.

Secondo le testimonianze, non le hanno nemmeno misurato la temperatura e non siamo a conoscenza delle vere cause della sua morte. La secondina capoturno l’ha minacciata con un rapporto, perché le dava fastidio. Il corpo senza vita della nostra compagna di cella è stato trascinato fuori coperto da un lenzuolo, davanti agli occhi scioccati di tutta l’ala del carcere. Questo tragico avvenimento è avvenuto nell’ala E, dove sono accatastate circa 120 persone. Le prigioniere si sono ribellate e la rivolta si è estesa a tutto il carcere. Un altra prigioniera è morta un mese fa. La criminale indifferenza nei confronti dei prigionieri e della loro salute ha portato alla morte di molti detenuti, il governo e il Ministero sono responsabili della loro condanna a morte. Il governo e il Ministero sono responsabili della morte di questa detenuta. Chiediamo l’immediata scarcerazione dei pazienti, delle madri con i loro figli, degli anziani, di coloro che sono considerati vulnerabili, in gruppi, per 1/3 dei detenuti in totale. Non torneremo nelle nostre celle fino alla fine!”.

Anche Pola Roupa, prigioniera politica e membro di Lotta Rivoluzionaria (Επαναστατικού Αγώνα, “Epanastatikòs Agonas”), ha dichiarato che circa un mese fa un’altra donna è morta in carcere. Come ha sottolineato: “Nonostante le promesse di decongestionamento delle carceri a causa della pandemia di coronavirus, non è stato fatto ancora nulla. Gli ospedali non accettano detenuti dalle carceri, non c’è un medico a Tebe. I gruppi vulnerabili avrebbero dovuto essere rilasciati. Siamo imprigionati. Non siamo stati condannati a morte”.

– Assemblea di solidarietà con i membri di “Lotta Rivoluzionaria” [Συνέλευση Αλληλεγγύης στα μέλη του Ε. Α.]

A questo link il testo in inglese: https://actforfree.nostate.net/?p=37076
A questo link il testo in greco: https://athens.indymedia.org/post/1604316/