Italia: Nuove pubblicazioni delle Edizioni Anarchismo

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Ricevuto 19/01/2020

Italia: Nuove pubblicazioni delle Edizioni Anarchismo – “Negazine” n. 3 e “Nemici di ogni frontiera”

Negazine, n. 3

Molto rumore per nulla. Questo rumore ci sembra sia, quasi sempre, diretto a cercare un semplificatore, da qualche parte e a qualsiasi costo. Per carità, metteteci davanti agli occhi un testo in grado di essere colto nei suoi più reconditi significati senza sforzo alcuno oppure, se proprio vogliamo darla giù dura, con sforzi piccoli, dosati e progressivi. Insomma, qualcosa da leggersi mentre si mangia a tavola, accanto a un piatto di minestra.

Niente che richieda una prima e una seconda lettura, nulla che costringa a riflettere per più di qualche secondo, giustappunto come prevede il codice dell’attuale alfabetizzazione.

Avendo affermato in molte parti dei due precedenti numeri di questo sforzo iniziato collettivo e arrancante su insostituibili punti di riferimento, che c’erano parecchi dubbi da chiarire e che non ci riusciva di farlo se non sollevando il ginepraio di altri dubbi altrettanto gravidi di future complicazioni, la cosa finiva per azzerare ogni speranza esplicativa in senso tradizionale.

Prezzo di copertina: 5.00 euro. Sconto del 40% per i distributori.


Nemici di ogni frontiera

Nemici di ogni frontiera. La lotta contro il Cpt nel Salento
Opuscoli provvisori – 93 / 2019, pagine 192 / euro 4.00.

La scelta di focalizzare la nostra attenzione su quello che dodici anni fa era chiamato Centro di Permanenza Temporanea è stata dettata da una semplice considerazione: in quanto anarchici, ritenevamo – e riteniamo – intollerabile l’esistenza di luoghi di segregazione e di privazione della libertà di esseri viventi. Partendo da questo assunto fondamentale, abbiamo iniziato ad approfondire la questione dei flussi migratori e del loro contenimento, e abbiamo cercato di dotarci degli strumenti, teorici e pratici, per affrontarla, saccheggiando gli scritti degli accademici e discutendo i testi di approfondimento di altri compagni che, meglio di noi, avevano iniziato ad analizzare la questione. A ciò, abbiamo aggiunto determinazione e fantasia. Dalla iniziale contestazione a quello che definivamo lager, siamo giunti alla consapevolezza che esso non solo doveva, ma poteva essere chiuso, ed abbiamo cercato di percorrere le strade che potevano portarci a raggiungere questo risultato, che sono state molteplici. Molteplici, ma non contraddittorie, in quanto orientate da quelle convinzioni che servivano a illuminare il nostro cammino: l’autogestione della lotta, la conflittualità permanente e l’attacco diretto.


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