Italia: Non sono mele marce. Manifesto in solidarietà a Paska

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Ricevuto 10/01/2020

Italia: Non sono mele marce. Manifesto in solidarietà a Paska (gennaio 2020)

Il 17 settembre 2019 si è aperto il processo ai danni del nostro compagno Paska, accusato di resistenza e lesioni aggravate nei confronti dei suoi carcerieri, in occasione di una traduzione [da un carcere ad un altro].

I due spintoni dati ad alcuni secondini della scorta sono stati la reazione minima al trattamento che, in più occasione, gli avevano riservato: da ultimo, nella trasferta del 18 ottobre 2018, una guida da rally del blindato che gli aveva provocato un forte colpo alla testa e al costato.

D’altra parte, fin dal suo arrivo a La Spezia la direzione carceraria aveva deciso di riservargli in modo arbitrario misure ancor più restrittive, come rallentamenti della posta, divieti di incontro, isolamento, fino al regime differenziato di 14bis, corredato dal divieto di fare l’aria con gli altri detenuti.

Nulla che ci sorprenda. Il carcere di La Spezia, nel solo anno 2018 – 2019, vanta ben cinque morti, su circa 230 detenuti, oltre agli atti di autolesionismo e i pestaggi all’ordine del giorno: la normalità di un carcere considerato tra i più progressisti d’Italia.

Ed è, quindi, nel normale svolgimento delle loro funzioni che i secondini della scorta Luigi Viziello e Stefano Cenderelli hanno in seguito riempito di insulti, calci e pugni il nostro compagno.

In un clima di paura e minaccia costante, molti detenuti evitano di parlare delle quotidiane vessazioni per timore di ripercussioni. E anche quando qualcuno decide di non stare alle regole del gioco, ci pensa il personale medico – nel caso di Paska, Gouba Abdelatif e Giuseppe Landini – a portare a compimento l’operato dei picchiatori, liquidando l’accaduto. Alla richiesta di refertare i segni del pestaggio e di accertarne le conseguenze fisiche, i medici negano l’evidenza e propinano psicofarmaci: l’ennesima arma per piegare la determinazione di chi si ribella.

La vicenda del nostro compagno purtroppo è la normalità del carcere, una storia di ordinaria detenzione. Le guardie che figurano come parte lesa in questo processo non sono affatto l’eccezione, ma i più coerenti e sinceri rappresentanti di ogni carcere e della sua ragione d’essere.

Solidarietà a Paska
Fuoco alle galere
Tutte libere, tutti liberi

Anarchiche e anarchici

[Tratto da roundrobin.info].

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