Italia: Aggiornamento sul processo per l’operazione Bialystok

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Ricevuto 04/03/2021 via malacoda.noblogs.org

Aggiornamento sul processo per l’operazione Bialystok (febbraio-marzo 2021)

Il 25 febbraio 2021 c’è stata la seconda udienza del processo Bialystok, tenutasi a porte chiuse e in videoconferenza per i/le compagnx. Si è sentito il ROS Luigi Imperatore con la solita spuppa su quella che secondo loro è la storia dell’anarchismo partendo dall’800. Continuerà nella prossima udienza del 12 maggio.

Nel frattempo, per un motivo o per l’altro, le/i compagnx rimangono in carcere.

Flavia, Nico e Claudio stanno aspettando ancora, da inizio novembre, che vengano depositate le motivazioni della decisione di cassazione, senza le quali non si può tornare al riesame, di fatto impedendo che si esprimano di nuovo sulla libertà dex compagnx.

Anche la decisione sulla libertà di Robi è bloccata in un empasse di rimbalzo burocratico che gioca sul motivetto “non è di mia competenza”. E ciliegina sulla torta, il 2 marzo il riesame di Francesca, pur annullando il 270bis, ha riconfermato le misure cautelari in carcere aggrappandosi ai reati minori.

Tutto ciò riconferma quanto non ci si possa aspettare nulla dall’iter della giustizia democratica che, come già visto anche per Prometeo e Scripta Manent, vuole tenere i/le compagnx in carcere preventivo a oltranza. E riconferma e alimenta il nostro odio per lo Stato e i suoi servi.

Solidarietà e complicità con le compagne e i compagni al gabbio per l’operazione Bialystok, a tuttx i/le compagnx colpitx da misure repressive, a tuttx i/le prigionierx in lotta in carcere, a chi sta pagando per le rivolte in carcere dell’anno scorso, a Dimitris Koufondinas.

[Aggiornamento ricevuto via e-mail].

Nota sull’operazione Bialystok

A seguito di una indagine partita dalla procura di Roma e denominata operazione «Bialystok», il 12 giugno 2020 sette anarchici sono stati arrestati in Italia, Spagna e Francia, mentre il Bencivenga Occupato a Roma e alcune abitazioni sono state perquisite. Due persone sono state poste agli arresti domiciliari, mentre per altre cinque è stata disposta la detenzione in carcere. I cinque agli arresti in carcere sono accusati di «associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione», «istigazione a delinquere» e altri reati minori (tutti aggravati dalla finalità terroristico-eversiva) inerenti principalmente alcune iniziative in solidarietà con gli imputati del processo «Panico» a Firenze. L’operazione repressiva è opera del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri) e della procura di Roma. Il nome dell’operazione è tratto dal titolo del libro Anarchici di Bialystok 1903-1908 (Edizioni Bandiera Nera, 2018).

Una parte delle accuse riguardano due azioni: uno dei cinque che si trovano in carcere è accusato di «atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi» e «istigazione a delinquere» in riferimento all’attacco esplosivo contro la caserma dei carabinieri nel quartiere San Giovanni, azione rivendicata dalla Cellula “Santiago Maldonado” / FAI–FRI (Roma, 7 dicembre 2017); mentre il compagno agli arresti domiciliari è accusato di un attacco incendiario contro tre automobili Enjoy, il servizio di carsharing legato a ENI (Roma, 28 febbraio 2019). L’altro compagno posto agli arresti domiciliari, imputato anche nel processo «Panico», è stato scarcerato su disposizione del tribunale del riesame (l’accusa nei suoi confronti è di «condotte con finalità di terrorismo»). Questi ultimi due compagni posti agli arresti domiciliari il 12 giugno 2020 non sono accusati del reato associativo contestato invece agli altri cinque.

L’indagine ha preso il via a partire dall’azione contro la caserma dei carabinieri nel quartiere San Giovanni a Roma, per poi evolversi nel monitoraggio del Bencivenga Occupato. I carabinieri del ROS hanno così ipotizzato l’esistenza di una «cellula» che a partire dall’agosto 2018 avrebbe avuto sede presso lo spazio occupato e che da lì avrebbe promosso delle «attività eversive» principalmente tramite una serie di iniziative solidali con gli imputati del processo «Panico». Le altre accuse specifiche contro i cinque che si trovano in carcere sono inerenti l’elaborazione di due testi scritti che il ROS ha posto alla base dell’accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, l’organizzazione di tre presidi sotto le mura delle carceri di La Spezia e Sollicciano a Firenze (La Spezia, 7 ottobre e 18 novembre 2018, e Firenze, 31 dicembre dello stesso anno), una manifestazione in solidarietà non autorizzata (La Spezia, 5 gennaio 2019), alcune scritte murali e attacchinaggi di manifesti (Teramo, 8 febbraio 2019, e Roma, 12 febbraio 2019), un furto di sacchi di cemento (Roma, 6 febbraio 2019), l’elaborazione di due testi pubblicati in vista dell’iniziativa “Dal sottosuolo”, un festival di musica hip hop tenutosi al Bencivenga (Roma, marzo 2019), un saluto sotto il carcere di Rebibbia femminile al termine dell’iniziativa “Dal sottosuolo” (Roma, 31 marzo 2019) e il blocco dello sfratto di un’abitazione (Roma, gennaio-marzo 2019).

Qui di seguito gli indirizzi dei cinque imprigionati nelle carceri di Terni, Latina, Alessandria, Roma Rebibbia femminile e Siracusa:

Nico Aurigemma
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni
Italia – Italy

Francesca Cerrone
C. C. di Latina
via Aspromonte 100
04100 Latina
Italia – Italy

Roberto Cropo
C. R. “S. Michele” — Alessandria
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria
Italia – Italy

Flavia Digiannantonio
C. C. di Roma Rebibbia femminile
via Bartolo Longo 92
00156 Roma
Italia – Italy

Claudio Zaccone
C. C. di Siracusa
strada Monasteri 20/C
Contrada Cavadonna
96014 Floridia (Sr)
Italia – Italy