Ricevuto 16/11/2019
Atene, Grecia: “Chiamata alla solidarietà per il compagno anarchico Christoforos Kortesis” e “Ovit S. A., Leroy Merlin, autorità – Tutte le merde collaborano insieme”
Nota: Raccogliamo due testi sulla vicenda repressiva che, a partire da un furto in un negozio della catena Leroy Merlin, ha coinvolto alcuni compagni anarchici e ha portato alla carcerazione dell’anarchico C. Kortesis.
Atene, Grecia: Chiamata alla solidarietà per il compagno anarchico Christoforos Kortesis
Compagni,
il 12 luglio 2019 gli anarchici Christoforos Kortesis e Thimios A. hanno tentato di sottrarre alcuni prodotti di valore insignificante dal negozio Leroy Merlin di Peiraios, ad Atene. Attraverso una complessa manipolazione ad opera della compagnia di sicurezza OVIT e di Leroy Merlin, e mentre erano entrambi tenuti in ostaggio all’interno del negozio per tre ore, si è verificato un tentativo organizzato di coinvolgere nella vicenda il dipendente, e sindacalista combattente, Giannis A.. Le autorità giudiziarie hanno approfittato dell’occasione per restituire a C. Kortesis i molti anni di azione coerente e persistente nel movimento anarchico. Bisogna tenere presente che il compagno è detenuto in carcere dal 16 luglio, perseguitato tramite accuse potenziate e costruite, appositamente, ai sensi della legge terroristica per rapina. Le stesse accuse sono rivolte anche a Thimios A., mentre il dipendente Giannis A. viene accusato di essere un complice. Pavlos X., arrivato successivamente presso il negozio Leroy Merlin insieme ad altri tre compagni solidali, si trova a fronteggiare accuse criminali legate all’”occultamento”.
Il sistematico allargamento dell’accusa e la detenzione del compagno C. Kortesis è dovuta alla sua azione politica di lunga durata nel movimento anarchico, nonché alla sua precedente condanna relativa all’accusa di partecipazione all’organizzazione Lotta Rivoluzionaria (E. A.), una condanna dichiarata da un tribunale politico speciale posto all’interno della prigione di Koridallos. Questa è una tattica di repressione che assume caratteristiche idiosincratiche quando si tratta di combattere i compagni, mentre allo stesso tempo le autorità di contrasto stanno esercitando, per dirla esemplificativamente, tutto il loro rigore e arsenale legale sui nostri compagni in conflitto. In questa specifica occasione, la detenzione di C. Kortesis segnala un messaggio molto chiaro e minaccioso non solo alle dozzine di compagni anarchici che sono stati perseguitati, imprigionati o rilasciati sotto restrizioni, ma anche a tutti coloro che intendono essere presenti e solidali nelle lotte sociali e di classe.
Infine, questo caso giudiziario viene usato dallo Stato per criminalizzare le relazioni politiche e tra compagni e gli atti di solidarietà, etichettandole come gangs e come protezione criminale, mentre il pensiero sottostante dei meccanismi giudiziari è quello di stigmatizzare e criminalizzare la classe dei poveri. La multinazionale Leroy Merlin deve assumersi le responsabilità per l’inchiesta e la detenzione in corso contro il nostro compagno. Va notato che il 9 agosto, uno dei co-proprietari del gruppo multinazionale globale ADEO (che include Leroy Merlin), Hugues Mulliez, ha ucciso due persone a bordo del suo motoscafo, ferendo gravemente una terza persona a bordo di una barca, a Porto Heli, fuori Atene. La giustizia greca ha assunto delle responsabilità proteggendo un uomo ricco e rilasciandolo su cauzione di 50.000 euro con l’obbligo di presentarsi all’ambasciata greca a Parigi una volta al mese!
Nell’ultimo periodo, l’Assemblea [dei solidali con C. Kortesis] ha organizzato una serie di incontri ed interventi (in luoghi pubblici, nei negozi Leroy Merlin, presso la sede della società di sicurezza OVIT, al tribunale del Pireo, alla Facoltà di Giurisprudenza di Atene, frequentata dal procuratore Aggeloudi), e ha pubblicato i corrispondenti annunci e manifesti sul caso [in greco, a questo link].
Oltre ad evidenziare attivamente la svolta politica propria di questo caso, l’Assemblea, con la partecipazione dei compagni perseguitati e del compagno prigioniero C. Kortesis, affronta l’intera questione nella sua totalità, discutendo tutte le implicazioni del caso, come la parte processuale e il sostegno finanziario ai perseguitati.
Il compagno C. Kortesis è imprigionato nel carcere di Koridallos dal 16 luglio, mentre ad agosto l’appello contro la sua detenzione è stato respinto. L’Assemblea ha espresso le sue posizioni e ha preso una completa posizione contro la persecuzione dei compagni, la detenzione del compagno Kortesis, l’istituzione dell’accusa, la superficiale accusa contro C. Kortesis, rivelando la logica di fondo della sua detenzione in un testo che è stato pubblicato [in greco, a questo link]; mentre lo stesso C. Kortesis, nel mese di settembre, ha pubblicato un testo politico, dove prende una posizione totale ed esprime le sue convinzioni riguardo la vicenda [in greco, a questo link].
Per il prossimo periodo, l’Assemblea sta pianificando di proseguire le sue diverse iniziative contro i meccanismi di persecuzione statale e le aziende Leroy Merlin e OVIT, responsabili delle accuse. Martedì 22 ottobre abbiamo tenuto una assemblea nel tribunale del Pireo, in cui si trovano tutti gli investigatori e i pubblici ministeri coinvolti nel caso [in greco, a questo link]. Abbiamo deciso di organizzare una manifestazione, ad Atene, per il 23 novembre.
Indirizziamo un invito aperto alla solidarietà e all’azione in ogni direzione, dentro e fuori la Grecia. Nel prossimo periodo, riteniamo cruciale che vengano prese iniziative politiche in altre città della Grecia, oltre che al di là dei confini; iniziative che mettano in evidenza la vicenda e i suoi risvolti politici, incentrate sulla liberazione immediata del compagno C. Kortesis; mentre riteniamo legittime anche le corrispondenti iniziative politiche di sostegno finanziario.
Assemblea di collettivi anarchici, compagni e solidali
Atene, Grecia: Ovit S. A., Leroy Merlin, autorità – Tutte le merde collaborano insieme
Venerdì 12/07/2019, presso il negozio di Leroy Merlin nel quartiere di Rendi (al Pireo) vengono sottratte delle merci dal magazzino, del valore complessivo di 180 euro, da parte di due compagni anarchici. Questo fatto è un bel pretesto per la dirigenza di Leroy Merlin, in ottima collaborazione con l’agenzia di sicurezza OVIT e le autorità greche, per creare una mal fatta inchiesta repressiva con vari obbiettivi:
- mettere nel mirino il compagno-lavoratore Giannis A., che lavora in questo reparto e svolge una attività politico-sindacale, accusandolo di essere “diretto complice della rapina”;
- il persecuzione giudiziaria dei due compagni, C. Kortesis e Thymios E., tramite la detenzione preventiva del primo con l’accusa di “rapina” per aver sottratto merci del valore complessivo di 180 euro;
- la persecuzione giudiziaria di quattro compagni per il fatto di essere stati solidali e di aver tentato di aiutare economicamente i due compagni, oltre che per aver denunciato la loro reclusione in una stanza per tre ore consecutive, attuata del proprietario dell’agenzia di sicurezzza OVIT, Costantino Drivas, e della OVIT stessa.
In poche parole, C. Kortesis e Thymios E. vengono identificati come “sospetti” e, dopo richiesta da parte della dirigenza della Leroy Merlin, vengono portati nella “camera di sicurezza” dall’agenzia per risolvere i conti e restituire la somma di denaro che corrispondeva al prezzo delle merci. Mentre la questione si stava risolvendo, visto che i compagni avevano accettato di restituire la somma e avevano anche avvisato anche i loro familiari di recarsi sul posto per poter restituire i soldi, in quel momento, Costantino Drivas, un ex-militare e co-proprietario dell’agenzia OVIT comincia a minacciarli e ricattarli con l’uso della violenza psicologica affinché dichiarino il compagno-lavoratore G. A. come il loro complice; cercando, in questo modo, di trovare una scusa per giustificare il suo licenziamento oppure per obbligarlo a dimettersi, visto che lui è un lavoratore messo nel mirino dalla dirigenza della compagnia a causa della sua attività politico-sindacale nel settore del commercio e nelle lotte sociali. I due compagni rifiutano di stare al gioco dei padroni e perciò Drivas li mantiene con la forza e in più utilizza, in maniera infame, il fatto che C. Kortesis abbia una pena sospesa per partecipazione a Lotta Rivoluzionaria [organizzazione anarchica dedita alla guerriglia urbana contro lo Stato e il capitale, attiva da 2003], minacciando di coinvolgere anche la polizia greca in questa storia. I due compagni, una volta restituite le merci richiedono di essere rilasciati. Dopo tre ore, arrivano altri compagni solidali che li aiutano ad uscire dalla detenzione arbitraria. Il terrorismo dei padroni lascia il posto velocemente alla voglia di vendetta da parte dello Stato. Lo stesso giorno, la polizia greca manda alla procura del Pireo le carte accusatorie con tre reati di primo grado: furto, uso di violenza, lesioni. Il 13 luglio, il compagno C. Kortesis viene arrestato nel centro di Atene da sbirri incappucciati che lo pestano e lo portano alla questura del Pireo. Contemporaneamente, la sua casa viene perquisita con un vasto dispiegamento di forze dell’ordine, creando così un assurdo teatrino con sfondo di perquisizioni e repressione, il tutto per merci del valore di 180 euro! Il pretesto dimostra da solo quando sia fasulla tutta questa faccenda tragicomica, che però, in un contesto di repressione generalizzata, riteniamo molto preoccupante.
“Data la sua incapacità di guadagnare un reddito sufficiente, ne deriva di conseguenza il suo tentativo di acquistare reddito illegalmente e di tendere al compimento di furti e di rapine come elemento costituente della sua personalità…” – G. Pandelidis (G. I. P., giudice per le indagini preliminari).
“Non è importante che cosa fai, ma chi sei. Se sei un tossicodipendente e possiedi piccole quantità di droghe? In galera. Se sei proprietario di navi e trasporti tonnellate di droghe? Libero. Se sei un disoccupato e hai un debito di pochi euro con lo Stato? In galera. Se sei Aristeidis Floros, membro di una grande compagnia e hai rubato 256 milioni di euro? Certo che sei libero. Se sei anarchico e metti in dubbio l’onnipotenza dello Stato? In galera. Se sei uno sbirro che uccidi ragazzi anarchici di quindici anni? Certo che sei libero. Se sei donna e resisti al tuo stupratore? In galera. Se sei imprenditore e trafficante di donne? Libero. E gli esempi sono infiniti…” – C. Kortesis.
La vendetta da parte dello Stato si realizza attraverso le sue leggi ed i suoi funzionari giuridici. Il pubblico ministero M. Aggeloudi trasforma l’accusa iniziale di “furto” in una accusa di terzo grado, “furto a scopo di rapina”, con l’obbiettivo di porre in carcere preventivo C.Kortesis, che alla fine entra in carcere il 16 luglio. La giustificazione del carcere preventivo si basa fondamentalmente sul giudizio del G. I. P. Pandelidis, ovvero che, dato il percorso politico e la posizione economica di Kortesis, tali fattori lo rendono automaticamente sospetto di compiere azioni illegali. Questa spiegazione da parte della giustizia ha un colorito chiaramente classista, che diventa ancora più ovvio se confrontato con il fatto che, invece, alcuni giorni dopo viene rilasciato con una multa di 50.000 euro l’imprenditore francese Hugues Mulliez (membro della famiglia Mulliez, proprietaria della compagnia Leroy Merlin), dopo aver ucciso due persone, aver ferito gravemente una terza persona e dopo averli abbandonati con il suo motoscafo a Porto Heli. Sostanzialmente, il furto di alcuni merci del valore di alcune decine di euro da parte di un proletario ha come conseguenza la sua detenzione, invece l’uccisione di due persone da parte di un proprietario-azionista ha come conseguenza la libertà incondizionata, acquistata con un po’ di soldi. Lo speciale trattamento nei confronti del compagno C. Kortesis non è dovuto solo alla sua posizione di classe. Diventa sempre più difficile per una persona riuscire a trovare lavoro senza poter avere un conto in banca, un fatto divuto ad una delle varie misure di strangolamento economico previste per quelli che sono stati accusati di far parte di un gruppo di lotta armata. La persecuzione di C. Kortesis ha pure un carattere ideologico-punitivo, dato che lo Stato cerca di punire e schiacciare in maniera esemplare chi, nonostante tutto, insiste sulla lotta e continua la sua attività politica e sociale come compagno anarchico.
In parallelo, il pubblico ministero Aggeloudi coinvolge altre cinque persone nell’operazione repressiva. A completare il terrificante quadretto paranoico del procuratore, viene utilizzato anche il vecchio e infame metodo del riconoscimento dell’imputato tramite una “chiamata anonima”. Di conseguenza, viene identificato il compagno anarchico Pavlos C. per la sua partecipazione al fatto, mentre la (falsa) estimonianza di Drivas è sufficiente affinché venga menzionato come imputato anche il compagno-lavoratore della Leroy-Merlin, con l’accusa di “favoreggiamento diretto al furto con scopo di rapina”. Complessivamente la presenza dei compagni (Thymios E., Giannis A., Pavlos C.) davanti al G. I. P. Pandelidis e il sostegno della loro attività politica, hanno reso chiaro il tentativo della Leroy Merlin e della Ovit S. A. di costruire una accusa, ponendo un ostacolo ai loro piani e a quelli delle autorità giustiziarie (a Thymios E. sono state applicate misure cautelari – deve presentarsi in questura periodicamente, mentre agli altri due non sono state applicate misure restrittive).
La sicurezza e la proprietà
La carcerazione preventiva di C. Kortesis rende chiaro il tentativo da parte delle autorità giudiziarie di criminalizzare la solidarietà, I rapporti di amicizia e le azioni di solidarietà tra persone, mettendole nella categoria delle “associazioni a delinquere” e delle “reti di sostegno ai criminali”. Un’altra volta il regime utilizza casi specifici come esperimenti per allargare l’uso della legge antiterroristica 187 e per sperimentare la costruzione dell’”associazione a delinquere” (istigazione, concorso morale, favoreggiamento) in modo da affrontare i suoi nemici basandosi sulla propria ideologia ed i suoi scenari terroristici. Questi scenari chiamano la solidarietà come “sostegno ai criminali”, le relazioni personali come relazioni tra “bande”, la resistenza alle torture come “violenza illegale”, il tentato furto come “furto a scopo di rapina con favoreggiatori”.
Le agenzie di sicurezza e il miscuglio di compagnie che lucrano vendendo “il bene della sicurezza” non sono altro che un esercito privato di infami e di servi dei padroni con una chiara presa di posizione nella lotta di classe. Non salvaguardano soltanto le proprietà e i profitti dei padroni ma infamano anche tutti i/le lavoratori/rici che si oppongono ai loro sfruttatori. Per tutti questi motivi sono bravi alleati e complici della repressione statale e delle autorità. Drivas, il capo dell’agenzia Ovit è un ex-sovratenente del esercito greco, addestrato nel settore dello spionaggio e della gestione delle informazioni militari secondo la NATO. Perciò, la sua testimonianza era sufficiente per costruire lo scenario fantasioso del procuratore. Intanto, l’ascesa carrieristica di P. Kondoleon, ex dirigente dell’agenzia security multinazionale G4S, divenuto capo della C. I. A. greca, è emblematico per il ruolo acquisito dalle agenzie di sicurezza. Leroy Merlin e ogni padrone pagano per proteggere i loro profitti perché hanno migliaia di ragioni per farlo. La riappropriazione dai supermercati e dai grandi negozi era ed è da sempre stata una prassi diffusa socialmente per coprire i bisogni quotidiani, prendendo prodotti senza pagarne il prezzo. Noi anarchici/che intendiamo la riappropriazione come un qualcosa che va nella direzione dell’abolizione della proprietà e di ogni rapporto di sfruttamento.
In questa guerra per la vita e la morte non metteremo i profitti dei padroni più in alto delle nostre vite, dei nostri bisogni e della nostra libertà. La multinazionale Leroy Merlin fa parte della cricca dei ricchi di questo mondo e la lista delle “ottime pratiche dei datori di lavoro” è lunga: decine di incidenti sul posto di lavoro che accadono ogni giorno nei reparti della Leroy Merlin e hanno conseguenze irreversibili sull’incolumità fisica e psicologica di centinaia di lavoratori in questa compagnia. L’abolizione del riposo domenicale, l’imposizione di un orario lavorativo di 9 ore, il licenziamento di una lavoratrice ammalata di sclerosi a placche imputandola di “bassa produttività”, la collaborazione con agenzie di reclutamento come Manpower, lo sfruttamento di decine di schiavi a pagamento (in affitto) – questi sono solo degli esempi di una lunga lista.
Parliamo con i loro termini, allora. Sappiamo bene che i padroni, lo Stato e le autorità giustiziario-poliziesche hanno creato una struttura stabile, ben protetta, con l’intenzione di applicare in continuazione e sistematicamente una rapina e un attacco violento contro gli sfruttati di questa società tramite l’alta tassazione, la schiavitù salariata, il saccheggio delle risorse naturali, ecc., e che possiedono una rete ampia di servi disponibili a partecipare e sostenere questo crimine eterno. Li invitiamo allora a guardarsi in faccia prima di parlare di bande!
Contro la dottrina “ordine-sviluppo-sicurezza” dei dominanti, la solidarietà vincerà
Il fatto che il multiforme movimento anarchico venga messo nel mirino, il tentativo di criminalizzare le lotte sociali e di classe, il tentativo di repressione contro compagni/e, lo schiacciamento di ogni forma di lotta auto-organizzata e senza capi, il terrorismo ed il disarmo dei movimenti, trovano la loro base nella dottrina “ordine-sviluppo-sicurezza” che da anni viene condotta dai politici dello Stato greco, in un contesto di crisi del sistema capitalistico. Dalla propaganda per l’abbattimento dell’illegalità diffusa e la pulizia dai “rifiuti” di Exarcheia alle ultime maxi-operazioni di sgombero di alcune occupazioni di migranti e di strutture autogestite, dall’isolamento di centinaia di migranti nei centri di accoglienza al sequestro dell’anarchico Dimitris C., dalla repressione della lotta contro l’istallazione dell’industria eolica ad Agrafa e a Kardizza alla repressione delle resistenza che nascono nei quartieri (vedi la feroce repressione del corteo a Koukaki che si teneva contro gli Air-b’n’b e la riqualificazione turistica), fino alla criminalizzazione dello sciopero, l’abolizione dell’asilo universitario, il perseguimento di venti detenuti politici per le loro idee politiche e perché hanno espresso pubblicamente solidarietà alle lotte carcerarie; attraverso tutto ciò lo Stato e i padroni costruiscono il moderno quadro totalitario, combattendo ogni focolaio sociale di resistenza e di lotta che metta in dubbio il sistema.
Le lotte di classe e sociali, multiformi e auto organizzate sono i nostri respiri collettivi. Sono respiri di insubordinazione e di complicità, di ammutinamento e di solidarietà tra gli sfruttati e gli oppressi di questo mondo, contro la condizione di asfissia dettata dal dominio dello Stato e dei padroni sulle nostre vite. Siamo presenti collettivamente sul fronte della guerra sociale e di classe. Non lasciamo nessun compagno solo contro la repressione, nessuna compagna indifesa contro lo Stato, i padroni e i loro servi, contro tutti quelli che compiono la più grande ed eterna rapina, quella della nostra vita.
Contro la repressione, nessuna provocazione rimarrà senza risposta. Schiacciamo il terrorismo dello Stato e dei padroni.
Liberazione immediata del compagno anarchico C. Kortesis.
Nessun persecuzione ai/lle compagni/e.
Assemblea di collettivi anarchici, compagni e solidali
[I due testi dell’assemblea solidale sono stati originariamente pubblicati in athens.indymedia.org.Traduzione del secondo testo ricevuta via e-mail].