Italia: LA LIMA, Cassa di solidarietà

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In tempi in cui vediamo moltiplicarsi le misure repressive nei confronti di tant* compagn* e di tutte le persone che non riescono ad accettare “serenamente” le catene imposte dal potere e che sono relegate ai margini di questo sistema socio-economico, la risposta che vogliamo dare è rafforzare le pratiche di solidarietà. Una solidarietà attiva intesa come esperienza concreta e diretta di complicità nelle lotte e contro la repressione.

“La Lima” è dunque uno strumento necessario sia per fornire supporto economico a chi è colpit* dalla repressione, che si avvale di innumerevoli modalità (carcerazione, detenzione preventiva, arresti domiciliari, divieti e obblighi di dimora, fogli di via, decreti di espulsione…), sia per fortificare il concetto di una solidarietà che sia prassi quotidiana fondamentale nelle nostre esistenze e parte integrante delle lotte. Siamo consapevoli che la cassa da sola non sia sufficiente, ma riteniamo sia comunque un aspetto che può e deve connettersi con le altre pratiche volte a distruggere i meccanismi di oppressione.

L’intenzione della cassa è quella di supportare non solo compagn* ma chiunque decida di ribellarsi al proprio ruolo di “cittadin* adattat*”. Naturalmente nessun tipo di solidarietà si muoverà nei confronti di persone e/o azioni fasciste, sessiste, omolesbotransfobiche, razziste. La caratteristica essenziale della cassa deve essere la responsabilità collettiva: giacché tra gli intenti del nemico spicca la volontà di disgregare, frammentare, isolare attraverso i diversi meccanismi repressivi, fondamentale è rispondere invece in modo unito e compatto.

Concretamente, la cassa si alimenta grazie a contributi e benefit di chi ritiene questo strumento una base per contrastare e rompere il cerchio repressivo che sempre più ci costringe.
Ritenendo sostanziali le relazioni per ogni percorso di lotta e di solidarietà, proponiamo a chi volesse portare contributi a questo progetto, anche in maniera autonoma, di contattarci all’indirizzo

[email protected].

inventati.org/rete_evasioni/

Rete Evasioni, chi siamo:

LA LIBERTÀ NON CADE DAL CIELO, SI STRAPPA!

Siamo compagni e compagne da tempo impegnate/i in percorsi politici di lotta: i nostri nemici sono il capitalismo e le istituzioni autoritarie che lo sostengono.

Ciascuna/o di noi è portatrice e portatore di una propria specificità di pensiero e di azione.

Siamo accomunate/i dall’idea che la solidarietà sia un’arma per scardinare l’isolamento, l’indifferenza e la paura che i poteri infondono nelle vite di gruppi e individui.

Siamo consapevoli dell’importanza oggi di sostenere e consolidare relazioni di confronto e condivisione sulle tematiche del controllo, della repressione e della reclusione, sia che si tratti di un carcere, di un cie o di un opg.

Pensiamo che porre delle solide basi per non essere impreparate/i nel momento in cui l’accanimento giudiziario dello stato si fa sentire sia di aiuto all’avanzamento delle lotte sociali e di liberazione che si portano avanti.

Pensiamo che organizzarsi sia necessario.

Abbiamo intenzione di portare avanti progetti di sensibilizzazione sulle tematiche anticarcerarie, con l’obiettivo di informare e di sviluppare pensiero critico, mettendo a disposizione gli strumenti necessari a saper fronteggiare le diverse situazioni che ci si possono porre davanti.

Non vogliamo essere né specialiste/i, né delegate/i delle tematiche antirepressive e di chiunque lotta per un mondo senza classi e senza autorità: pensiamo sia opportuno creare e diffondere responsabilità comuni, affinché nessuna persona colpita dalla repressione si senta né rimanga sola.

Siamo convinte/i che le migliori risposte alla repressione restano e sono in ogni caso la solidarietà e il proseguimento delle lotte.

Abbiamo scelto il nome “Evasioni” per affermare le tensioni di liberazione che animano ciascuna/o di noi e abbiamo trovato nella forma rete la modalità dinamica ed aperta a tutte e tutti, per condividere, autogestirci e interagire: questi per noi sono gli strumenti con cui poter far fronte alla controrivoluzione dello stato e un modo efficace per tracciare cammini verso la costruzione di un mondo libero dal capitale e dall’autorità.

Viviamo tempi di indifferenza e rassegnazione, isolamento e solitudine. La repressione avanza e colpisce ogni germoglio di ribellione affinando i suoi dispositivi. Il controllo si fa sempre più invasivo. Praticare qui ed ora forme di solidarietà antirepressiva è il primo passo necessario: non basta immaginare un mondo libero, bisogna praticarlo nella lotta. Ma viviamo anche un tempo in cui nuove possibilità si profilano all’orizzonte, bisogna saperle cogliere e alimentarle.

Se evadere è un istinto naturale per ogni prigioniera e prigioniero che non vuole farsi addomesticare, lottare è una scelta consapevole per rompere le catene dell’oppressione e dello sfruttamento